La narrazione si sofferma spesso sui particolari del quartiere San Lorenzo di Roma, su individui abituati a sbarcare il lunario, parte di un disegno picaresco e poetico che risulta a suo modo divertente, anche nella drammatica situazione di marginalità. Walter Soccio lavora circondato da questa umanità al confine e grazie a una squadra di agenti e collaboratori di fiducia – che talvolta rasentano il comico, ma che non si sottraggono ai propri doveri – risolve casi anche complessi.
Seguendo le sue vicende, è possibile tracciare un identikit della vita di quartiere con le sue brutalità quotidiane, i giochi di sopraffazione e le violenze disperate. In questo approccio tra il grottesco e l’antropologico, il nostro vicequestore si pone come un esploratore di realtà marginali, il che a volte può riservare delle sorprese.
La serie di West and Skoda nasce dall’attenta osservazione di un ecosistema popolare fatto di microcriminalità quotidiana e, a differenza di altri scritti, si concentra su storie ordinarie, meno forti dal punto di vista del racconto criminale, ma molto caratterizzate in termini di costruzione dei personaggi. Si descrivono spaccati di sopravvivenza urbana di classi sociali grezze, spesso composte da diseredati, da tira a campare, da piccoli ras di quartiere. Soccio non è un eroe, è un uomo sensibile e al contempo scabro, capace però di fare squadra coi suoi uomini al di là di ogni possibile sarcasmo o insoddisfazione.